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18 MAGGIO 2O19

NON C'È NESSUNO

di TEATRO DI BO'

Nel contesto de “La Bella Stagione” 2019

 

Anteprima Studio

Atto unico in occasione dei sessanta anni dalla Legge Merlin.

con

LAVINIA CIABATTINI

Testo e Regia

FRANCO DI CORCIA JR

Assistenza alla Regia

MATTIA PAGNI

LO SPETTACOLO

Diversi decenni dopo la chiusura delle case di tolleranza e il riconoscimento dello sfruttamento e induzione alla prostituzione come reati penali, il Belpaese non ha ancora risolto il problema. Il dibattito sulla riapertura dei bordelli è ancora attuale. La prima donna a sedere nel senato della Repubblica italiana, la madre costituente grazie alla quale nell’articolo 3 della Costituzione i cittadini sotto tutti uguali ‘senza distinzioni di sesso’. Eppure Angelina 'Lina Merlin, spesso assente nei libri di storia, viene ricordata quasi esclusivamente per la legge che di fatto portò alla chiusura delle 'case di tolleranza' nell'Italia del dopoguerra. Dieci anni. E quasi per una sorta di ironia, la norma che porta il nome dell’insegnante partigiana è conosciuta in larga parte per ciò che tolse agli uomini e non per quei benefici che portò alle donne. Oltre a chiudere le case di tolleranza, la legge 75 del 20 febbraio 1958 ha introdotto per la prima volta il reato di sfruttamento, induzione e favoreggiamento alla prostituzione. Fu una vera e propria rivoluzione per l'epoca e furono in molti ad opporsi tanto che, presentata nel 1948, ci vollero ben 10 anni per essere approvata. Per non parlare delle lotte sostenute da Merlin contro alcuni suoi colleghi di partito, come Pietro Nenni che avevano interessi economici non indifferenti proprio nelle case chiuse.
 

GALLERIA FOTO

Foto di Gianni Mattonai

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