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Giovani in scena con Alice Out Wonderland: intervista ai personaggi

  • Immagine del redattore: Segreteria DI BO'
    Segreteria DI BO'
  • 16 apr
  • Tempo di lettura: 4 min

Il Teatro di Bo’ di S. Maria a Monte (Pi), Sabato 29 Marzo alle 21.00 e Domenica 30 alle 17.00, ha ospitato uno spettacolo liberamente ispirato a Alice in Wonderland di Lewis Carrol, realizzato interamente dagli Allievi Attori e dalle Allieve Attrici dei Laboratori Teatrali di Bo’ in occasione della Giornata Mondiale del Teatro.


Testo e regia erano, infatti, a cura delle Allieve Attrici Giulia Pettinari, Luce Scagliarini e Rebecca Parziale che, seppur giovanissime, hanno portato sul palco, insieme a Filippo Caroti, Lorenzo Giardini, Sophia Lamorte, Elena Maltomini, Matteo Marciano e Aaron Spinelli; un mondo emotivo che travalica la reinterpretazione di un grande classico della letteratura e del cinema.


Foto di Gianni Mattonai
Foto di Gianni Mattonai

È impossibile, infatti, non notare uno stravolgimento già a partire dal titolo: Alice non è “nel” Paese delle Meraviglie. I personaggi che circondano la protagonista la conducono alla scoperta di sé stessa, accompagnandola in una dinamica esplorazione interiore, a cui, però, si oppongono Fallimento e Aspettativa, che “sono gli antagonisti presenti nella mente di ciascuno di noi”, riprendendo le parole di Luce, che vestiva i panni di Alice, “e portarli sul palcoscenico, era un modo per renderli reali”. L’intero spettacolo, secondo Rebecca, ha rappresentato l’opportunità di proiettare fuori da sé certe insicurezze e renderle normali. 


Come è stata l'esperienza di immedesimazione con il vostro personaggio?

Dall’intervista agli Attori e alle Attrici di Alice out Wonderland è emerso che l’immedesimazione con il proprio personaggio non è sempre un fenomeno spontaneo, tanto che, per Giulia, “l’attore deve saper mettere il personaggio prima di sé”. Considerando quanto il personaggio possa essere distante dalla persona, un’interpretazione autentica può rappresentare una sfida stimolante, come è accaduto per Filippo, oppure può sorgere una sintonia tra i due, come è successo ad Aaron. Secondo Matteo, invece, “il bello dell’attore è che prende un personaggio e riesce a farlo suo”, rispecchiandosi nella vivacità della Lepre Marzolina.


Foto di Gianni Mattonai
Foto di Gianni Mattonai

Cosa avete imparato con questa esperienza?


È stato chiesto loro cosa abbiano imparato da questa esperienza nel comporre il testo, preparare le parti, nel gestire gli impegni e i compagni, pensare alle scene e alle musiche: Giulia, Luce e Rebecca, hanno risposto che “scrivere lo spettacolo è stato molto stressante e complicato, ma alla fine dà una bella sensazione”. Se dovessimo definire con un termine questa sensazione, probabilmente diremmo che si chiama Soddisfazione

Indubbiamente lavorare a una messa in scena in autonomia è più divertente, come ha affermato Lorenzo, ma richiede anche più tempo e le distrazioni sono più frequenti: “una volta” ha confessato Giulia, “ci siamo messi a ballare la pizzica pugliese!”. Dalla gioia che trasmettevano i loro volti mentre parlavano, si deduce che i ricordi collezionati durante questa esperienza, saranno indelebili nella mente di tutti coloro che hanno messo in scena Alice out Wonderland


Quali solo le qualità che, secondo voi, deve avere un attore o un'attrice?

Adesso che gli Allievi e le Allieve hanno visto il lavoro dell’attore a tutto tondo, hanno potuto elencare le qualità imprescindibili per svolgere tale professione: la pazienza è la prima della lista, seguita dalla disciplina, indispensabile per imparare il copione, dalla creatività e dalla passione. La propria fantasia, infatti, è stata, per le registe, la fonte di ispirazione principale per le scenografie. Spunti creativo a riguardo sono giunti anche dall’atmosfera del film Alice in Wonderland di Tim Burton, ricreata attraverso la ricerca di alcuni oggetti di scena, per esempio tazzine e teiere per l’ora del tè, nei mercatini d’antiquariato, portando così un esempio della dedizione necessaria al buon esito di una performance. 


Da tanto che aveva preso a cuore la riuscita del lavoro, Giulia ha detto che “ci sono stati dei momenti in cui ho esagerato nel pressare gli altri, però mi sono scusata tantissime volte”. Come si fa a non capirla? È difficile trasformare la propria idea in materia concreta e far sì che chi collabora con noi a un progetto, lo veda come noi facciamo quando chiudiamo gli occhi.  La chiave per non lasciarsi offuscare dall’ansia è stata la collaborazione che, unita all’empatia e all’entusiasmo, ha portato il gruppo a realizzare uno spettacolo originale e coinvolgente.


Foto di Gianni Mattonai
Foto di Gianni Mattonai

Oltre ai giovani artisti già stati citati, comparivano sul palco anche Sophia e Elena, rispettivamente nei ruoli di Regina di Cuori e Aspettativa. Tutti gli Attori e le Attrici hanno sostenuto che la messa in scena sarebbe stata impensabile senza il supporto di Franco di Corcia jr e Mattia Pagni, che, nel ruolo di preziosi mentori, hanno dato loro modo di tradurre un sogno in realtà, grazie all’esperienza maturata nel settore dopo 25 anni di attività dalla nascita di Pensieri di Bo’ come Associazione Culturale, fino a diventare Ente del Terzo Settore. 


L’evento si è inserito in "Piazza Grande: Appuntamenti di Comunità", la rassegna di eventi tra cultura e teatro organizzata dai Pensieri di Bo' e dal Teatro di Bo’. Il pubblico, scegliendo di assistere alla rappresentazione, ha supportato gli Allievi e le Allieve di Bo' dando un incoraggiamento alla resa creativa del proprio animo a chi si è esibito sul palco e a chi operava dietro le quinte, festeggiando il Teatro quale forma d’Arte


Matilde Morandi


Foto di Gianni Mattonai
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